Renato zero

Giù le mani dalla musica

Renato zero
Eccoci in vetrina avvolti con il celophan
belli,accattivanti che sembriamo tanti Peter Pan
più o meno in buona fede ognuno si promuove quì
lo scopo è
esistere
ma il nostro santo protettore non ci assiste più
manipolati e contraffatti non sembriano neanche noi
ci rubano la voce,il volto e la felicità
di espimerci
salutiamo il dolce e il canto di una melodia
(siam cresciuti anche noi)
le note che hanno accompagnato quella vita tua
(più maturi lo siamo)
e oggi siamo ostaggi di un'anonima playlist
servitevi
canta con me
fagli sentire che l'anima c'è
non ci arrendiamo così
che la musica sai
è un modo d'amare
forte
canta più forte ogni volta che puoi
quello che hai dentro di te
non tenertelo lì
perchè gli attimi tuoi
io gli trasformerò
in canzone
se non mi spezzeranno il cuore
e meno male che un bambino nasce mentre un vecchio và
che questa vita grida all'infinito la sua autonomia
ma comunqe un testimone attento sempre coglierà
quei fremiti
dimmi se c'è un'altro modo di arrivare a te
oltre i motori di ricerca i media e la telefonia
una multinazionale incombe sempre su di noi
è orribile
dalla ninna nanna al canto dell'Ave Maria
(una lacrima và)
abbiamo condiviso le ansie e la serenità
(era la nostra età)
di passo dopo passo ancora una canzone mia
ho i brividi
(ho i brividi, ho i brividi)
canta con me
non ti fermare
dai canta con me
con tutto il fiato che hai
quì si tratta di noi
del nostro avvenire
canta
che questa musica è debole ormai
ferita a morte anche lei
puoi salvarla se vuoi
ti amerò se lo fai
cantami,cantami,cantami.
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