Medea
Alzheimer
Tiepide parole leggere.
Mi manca l'aria.Mi brucia.
mi manca l'aria.Lei mi brucia.
mi manca lei.L'aria brucia.
mi manca e ora,cosa rimane?
mi manca e ora,cosa rimane?
sono solo medea.
Mi sento gelido,ricerco autunno.
Sguardi su sguardi,mea culpa infinito,orgoglio sconnesso,
le ultime preghiere,mi porto dietro il peso,mi porto dietro il peso che schiaccia.
Quattro fottute pareti bianche,spazio attorno,attonito,
comprendo,apprendo,capisco,rifiuto la mia condizione così statica.
Solo vago,fra me e me stesso.
Poggiato al freddo lato,sento calde voci,e colpa che prende forma.
Chiedendovi scusa e domandandovi perchè,
mi accorgo di quanto è difficile,
passarvi attraverso e ritrovarmi oltre,
mentre sboccia già l'arma di una docile violenza.
Affronto isterico il trascorrere del tempo.
Sono solo,sotto il peso dei miei sbagli.
Slanci di vita dilaniano il mio corpo.
Slanci di vita ricordano che,vivere è il mio scopo.
Lo sguardo perso nel vuoto mi prende per mano,la mia mano diventa sua.
Languire per poi:
Conoscere.
Riconoscere.
Scoprire.
Un'endovena quotidiana d'ansia,
in posizione fetale per affrontare il peggio,
triste martirio senza criterio.
Cosa(cosa)resta?(solo)resto solo(solo io).
Cosa resta?(resta solo)solo...resto solo(solo io).
Approssimazione tesa alla compassione,un ciclo che si ripete,
un cerchio in gesso bianco,disegnato in terra aderente.
Solo,viaggiavo nei sogni,per cercare di attraversare il buio,
che ogni numero del calendario cela.
Il tempo per rifflettere,per proiettarsi infinite volte sullo schermo nero,
a velocità crescente.
Perso,nel caldo di pensieri,che si incontrano per caso.
Profonda risonanza.
Pioggia esplode in gocce arcobaleno,sbatte sulla vitrea realtà,
che si confonde col mio sguardo e col mio occhio.
Resto solo io
Mi manca l'aria.Mi brucia.
mi manca l'aria.Lei mi brucia.
mi manca lei.L'aria brucia.
mi manca e ora,cosa rimane?
mi manca e ora,cosa rimane?
sono solo medea.
Mi sento gelido,ricerco autunno.
Sguardi su sguardi,mea culpa infinito,orgoglio sconnesso,
le ultime preghiere,mi porto dietro il peso,mi porto dietro il peso che schiaccia.
Quattro fottute pareti bianche,spazio attorno,attonito,
comprendo,apprendo,capisco,rifiuto la mia condizione così statica.
Solo vago,fra me e me stesso.
Poggiato al freddo lato,sento calde voci,e colpa che prende forma.
Chiedendovi scusa e domandandovi perchè,
mi accorgo di quanto è difficile,
passarvi attraverso e ritrovarmi oltre,
mentre sboccia già l'arma di una docile violenza.
Affronto isterico il trascorrere del tempo.
Sono solo,sotto il peso dei miei sbagli.
Slanci di vita dilaniano il mio corpo.
Slanci di vita ricordano che,vivere è il mio scopo.
Lo sguardo perso nel vuoto mi prende per mano,la mia mano diventa sua.
Languire per poi:
Conoscere.
Riconoscere.
Scoprire.
Un'endovena quotidiana d'ansia,
in posizione fetale per affrontare il peggio,
triste martirio senza criterio.
Cosa(cosa)resta?(solo)resto solo(solo io).
Cosa resta?(resta solo)solo...resto solo(solo io).
Approssimazione tesa alla compassione,un ciclo che si ripete,
un cerchio in gesso bianco,disegnato in terra aderente.
Solo,viaggiavo nei sogni,per cercare di attraversare il buio,
che ogni numero del calendario cela.
Il tempo per rifflettere,per proiettarsi infinite volte sullo schermo nero,
a velocità crescente.
Perso,nel caldo di pensieri,che si incontrano per caso.
Profonda risonanza.
Pioggia esplode in gocce arcobaleno,sbatte sulla vitrea realtà,
che si confonde col mio sguardo e col mio occhio.
Resto solo io
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