Campane di monte nevoso
Luciano tajoliche suonate nel vespro divin,
quel suono in un giorno radioso
salutò cento giovani alpin.
Lasciarono il bianco paesello
cento mamme e altrettanti tesor.
Un fior tra la piuma e il cappello
e una dolce canzone nel cuor:
Ritorneremo ancor sui nostri monti
e falceremo il grano al sole.
Berremo l'acqua viva delle fonti
che è pura come il nostro amor.
Campane di Monte Nevoso,
quei rintocchi nel cielo divin
sembravano un grido angoscioso:
"Proteggete i miei giovani alpin".
Tutto fu distrutto ma tu torni a rintoccar
campanil di Monte Nevoso.
Tra le mura lacere c'è sempre un focolar,
cento cuori sempre ad aspettar.
La primavera è tornata,
ha infiorato le valli e i sentieri
che videro partire gli alpini
e non li han visti più ritornare.
Ma ogni cuore aspetta ancora.
Ancora ogni sera
la valle riporta
l'eco di una canzone lontana:
Ritorneremo ancor sui nostri monti
e falceremo il grano al sole.
Berremo l'acqua viva delle fonti
che è pura come il nostro amor.
Campane, col suono giocondo
invocate la pace e l'amor.
Non quella che predica il mondo,
ma la pace che vuole ogni cuor.
Ma la pace che vuole ogni cuor!
Ma la pace che vuole ogni cuor!
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