Daniele serra

Gigolò

Daniele serra
Chi riconosce nel mesto danzatore
l'ufficialetto protetto dallo Zar?
Del tabarin fu, in quel tempo, gran signore,
or, per mestier, le dame fa danzar.

Per la sua terra pugnò da valoroso,
ma quando ahimè la rivolta la straziò,
l'ufficialetto orgoglioso
divenne un gigolò.

Ridi gigolò, danza gigolò,
che per questo sei pagato,
oggi non sei più quel che un giorno fu
il bell'ussero adorato.

Tutto ormai crollò, lo splendor passò,
ma a che serve ricordare, taci a tutti
il dolor che ti spezza in petto il cuor,
sorridi e fa' danzare!

La bella Russia sconvolta da quel dramma,
sopra una slitta di notte via fuggì
stringendo al seno la povera sua mamma
che nell'esilio triste lo seguì.

Quale contrasto tra oggi ed il passato!
Nei tabarin ove prima egli regnò,
la notte or passa svogliato
da umile gigolò.

Ridi gigolò, danza gigolò,
che per questo sei pagato,
oggi non sei più quel che un giorno fu
il bell'ussero adorato.

Tutto ormai crollò, lo splendor passò,
ma a che serve ricordare, taci a tutti
il dolor che ti spezza in petto il cuor,
sorridi e fa' danzare.

Ridi gigolò, danza gigolò,
che per questo sei pagato,
oggi non sei più quel che un giorno fu
il bell'ussero adorato.

Ridi gigolò, danza gigolò,
non si cambia il tuo destino,
se finì il tuo splendor,
ti rimane un gran tesor:

L'amor della tua mamma!

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