La foresta di fangorn
LingaladA condurci tra esse è ora un Ent, ossia un pastore d'alberi: lunghe mani nodose, pelle liscia come corteccia di faggio e barba fatta di mille radici, muschi e licheni.
Ma sono gli occhi che lasciano senza fiato, pozzi profondi di ricordi remoti. Il suo nome è Fangorn.
Quando Primavera apre le foglie di faggio e la linfa scorre nei rami
Quando luce brilla sul rapido fiume e il vento spazza colli lontani
Quando è lungo il passo e profondo il respiro
E' chiaro il cielo e l'aria fresca
Quando è lungo il passo e radioso il cammino
E' chiaro il cielo e l'aria fresca
Quando Estate avvolge la terra in un abbraccio, quando sotto fronde dormienti
Gli alberi sognano e sussurrano in coro e il vento soffia da occidente
Quando è lungo il passo e profondo il respiro
E' chiaro il canto e l'erba fresca
Quando è lungo il passo e leggero il cammino
E' chiaro il canto e l'erba fresca
Ritorna a me, ritorna da me
E dì che è bella la mia foresta
Ritorna a me, ritorna da me
E dì che è bella la mia foresta
Quando Autunno immerge i boschi nella nebbia e porta lontano il sentiero
Sulle umide foglie screziate di rosso il piede si posa leggero
Quando è lungo il passo e profondo il pensiero
E il vento freddo il viso sfiora
Quando è lungo il passo e tortuoso il cammino
E il vento freddo il manto sfiora
Ritorna a me, ritorna da me
E dì che è bella la mia dimora
Ritorna a me, ritorna da me
E dì che è bella la mia dimora