Zazzera gialla
Ennio regain un buco sottostrada, come un escremento
è bello e spregevole, lacero al vento
perduto dentro e fuori
"Ehi bambino!", la grotta rotola giù
fango e caprino, non c'è pioggia
la notte è pronta al mattino
bestia da tiro suo padre, ha una
Zazzera gialla, scava solchi all'aurora
zappa viti d'agosto, labbra rosse di mosto
fiuta menta e radici quel fusto seccato
fuma biondo trinciato
E' il vino che spezza suo padre, lo sbatte
lo spinge in una ruggine, basta niente che
sputa e piega tutto sui calli, fino sotto alla branda
tira calci
Ma tira tira la corda si strappa
Aniello guarda fisso da terra la terra
incollati di terra sugo e molliche
gli otto sudici fratelli
Aniello a tredici anni scappò a Wuppertal
a testa bassa sul treno
Malgrado la campagna fosse nido d'uccello
casa di rana, capelli di granturco
semplice e buona
e ventili il grano sull'aia
Ma anche a Wuppertal non si vive male
la paga è buona
l'azienda produce zucchero e affini
Aniello spizzicando perse tutti i canini
Poi un giorno nel vino ficcando il naso a punta
intuì che la strada a una piazza era giunta
che tra foglie riflessi e le paglie di un fondo
tutti i rami assomigliano al tronco
Che il vino spezza suo padre
lo sbatte lo spinge in una ruggine
gli appiccica alla bocca parole oscure
alle mani una mazza che incute paure
Aniello a quarant'anni tornò da Wuppertal
a testa bassa sul treno
Malgrado la fabbrica fosse un'ambizione
con i risparmi portò via tutta l'illusione
e il bisogno forte di bestie, di erbe
di mele di maggio acerbe
Di un terreno di questa foresta sotto il cielo dell'aria,
di fiori di fico di un sentiero, una chioccia,
un pulcino del sapore del gelo dell'acqua al mattino